martedì 30 novembre 2010

Ragazzi, imparate a sbagliare

Einstein ha pubblicato 180 articoli scientifici: 40 contengono errori significativi!
La storia insegna che non esiste, e non è mai esistito, nessun grande scienziato che prima di arrivare al successo non abbia commesso errori.
Errare significa "uscire dalla solita strada", perché i ragazzi non dovrebbero sbagliare?
Che ne pensate?

Un buon errore a tutti!
Orso Bruno

5 commenti:

  1. Un insegnamento finalmente positivo, che solleva lo spirito e sospinge verso l'avvenire.
    (Per inciso: io propongo di provare a chiamare il tempo che verrà il "domani" o l'"avvenire" a seconda delle distanze che ce ne separano e di usare un po' meno la parola "futuro" che poi è un tempo verbale :-) fin troppo usato e che ha anche un suono martellante e meno speranzoso...

    Benissimo Orso Bruno siamo sulle orme di molti grandi tra i quali anche Leopardi che l'errore-errare-errante lo sapeva bene, altrimenti perché avrebbe dato a uno dei suoi Canti più sublimi il titolo "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" ?

    RispondiElimina
  2. Sbagliare a scuola è lecito. Se non sbagliassimo, vorrebbe dire che siamo perfetti e non abbiamo bisogno di imparare nulla di più di quello che sappiamo. Allora, di conseguenza, non sarebbe necessario frequentare la scuola.
    Spesso l'errore viene considerato come un disastro e non come un'occasione per imparare ...
    (Biancaneve-pesce palla- il centrocampista)

    RispondiElimina
  3. La storia pero ci ha fatto conoscere anche grandi geni che non hanno mai sbagliato. Mozart ad esempio! I musicologi hanno passato ore ed ore a esaminare le sue opere senza trovare un minimo errore. Noi pero, non siamo Mozart e non abbiamo l-orecchio assoluto. Siamo semplici alunni che per diventare grandi come Mozart hanno bisogno di sbagliare, quindi cresciamo con la voglia di sbagliare! Perche sbagliando ... si impara!
    (Clarissa Frey e Difensore)

    RispondiElimina
  4. Conoscere ed ascoltare il genio musicale di Mozart compensa forse del fatto di non poter essere come lui che, come certo sapete non ha conosciuto solo la realizzazione della sua arte, ma anche l'asprezza della vita.

    RispondiElimina