venerdì 29 ottobre 2010

I CUORI INVISIBILI

Io scrivo per potermi sfogare, scrivo perché non è facile trovare una persona che capisca il lato oscuro della vita, scrivo per me stessa perchè almeno con qualcuno parlo... scrivo per l'altra me stessa che sente come me e soffre come me.
In questo mondo dove tutti pensano solo a come divertirsi e non a come ci si sente dentro, la solitudine ti avvolge. In questo mondo in cui prevalgono il tatto e la vista gli individui sono tutti sordi perché il loro cuore è incapace di provare i sentimenti e le emozioni. Questo è un mondo che non vuole soffrire, ma è solo soffrendo che si cresce e ci si può proiettare nel futuro.
I ragazzi sono invisibili al cuore degli adulti che pensano solo a correre ... e un cuore che corre è un cuore che non sente...
... e allora ecco gli amici... persone fantastiche che ti fanno divertire... ma allora perche continui a sentirti vuota? Perchè divertirti non ti rende felice? Perche continui a sentire la solitudine? Forse anche i cuori degli amici corrono... e sono sordi....
Così accade che sei ancora più sola di prima perchè c'è una parte di te che cerca di vedere la luce senza riuscirci...
Sei sola, senza nessuno che ti possa capire davvero e ti possa accompagnare nei riti di passaggio che segnano il distacco dall'infanzia.
Così non ti senti parte del mondo perchè non hai ancora condiviso nulla di te con il mondo stesso...
Un mondo con cui hai condiviso le abitudini ma non ciò che senti.
(Biancaneve)

lunedì 25 ottobre 2010

IL DIVERSO FA "PAURA"

Il mondo segue una sola via, quella dell'omologazione, quella del “siamo tutti uguali”.
Sempre meno si considera che esiste un mondo parallelo caratterizzato dalla linea spezzata della diversità che noi uguali rendiamo invisibile!
Essere diversi equivale ad essere brutti e fuori moda! Se si è diversi, si cerca in tutti i modi di seguire la massa, pur di stare tranquilli!
Perchè accade questo? Sarà forse perchè la massa risulta più unita ? Oppure è solo questione di maggioranza? .. Oppure è questione che i diversi fanno paura?
Non sarà che questo accade perchè crediamo che il diverso non meriti di essere ascoltato? Non sarà che questo accade perchè c'è spazio solo per chi può entrare a far parte della massa? E chi decide chi può entrare a far parte della massa e chi ne deve rimanere fuori?
Non sarà forse che sono degni di far parte della massa solo quelli che riconosciamo come uguali a noi stessi? Non sarà forse che il diverso “fa paura” perchè “non lo conosciamo” e non ci interessa conoscerlo? Non sarà perchè il diverso ci dà fastidio? Non sarà che la cultura dominante è caratterizzata da forti pregiudizi nei confronti dei non omologati?

(Le due sirenette)

lunedì 18 ottobre 2010

GRANELLI vs AUTOMATICI MECCANISMI (di Mariaserena Peterlin)

All’inizio del secolo scorso per rendere più veloce ed efficiente possibile il lavoro degli operai nelle officine meccaniche fu messa a punto la catena di montaggio. Il genio di Charlie Chaplin interpretò questo fenomeno nel film Tempi Moderni nel quale anche il pasto dell'operaio era automatizzato.


Penso spesso a quel film riflettendo sul ciclo delle giornate a cui oggi si adattano quasi sempre i giovani genitori e i loro figli fin dalla tenerissima età. Un meccanismo compulsivo: sveglia –colazione - corsa a scuola (dal nido in poi) - pranzo in qualche modo – pomeriggi organizzati – palestre e sport per ogni età – cure del corpo (da quelle mediche a quelle estetiche) – supermarket – recupero figli – cena – crollo tv. E l’indomani si ricomincia. So di non scoprire nulla di nuovo. Ci si adatta.
In questo ciclo la scuola (ma anche la famiglia) dovrebbe funzionare  allo stesso modo di un impianto robotico, del supermaket, della palestra o dell’apparecchio dei denti e quindi non dare ma, semmai, risolvere  problemi.
Mi chiedo se la parola “funzionare” sia la più adatta (metafore a parte) quando si parla della vita.
Il valore del lavoro  (ma anche della famiglia, dell’essere umano e così via) consiste solo nel funzionare o nel far funzionare? Tranquilli. Non immagino un mondo che si ferma bloccando il meccanismo, ma penso che la consapevolezza dell’esistenza del meccanismo sia indispensabile.
In un collegio docenti, mi permetto un ricordo personale, fummo solo in quattro su oltre centotrenta a votare contro un meccanismo automatico: 3 debiti = bocciatura.
Quattro granelli in un pugno di sabbia. Ma granelli con la coscienza serena.

mercoledì 13 ottobre 2010

Potremo re-impare a giocare?



Tutti abbiamo bisogno di maestri o insegnanti  visto che tutti siamo, o siamo stati obbligati  ad andare a scuola?
Durante la nostra esperienza di studenti riceviamo prescrizioni e imposizioni che riguardano e regolano la nostra vita, dal comportamento (che la scuola valuta come disciplina) fino al condizionamento dello stile di vita.
Quali sono i vantaggi per noi? A chi saremo utili dopo esserci uniformati al sistema scolastico?
Per andare a scuola ed inserirci nel suo sistema noi smettiamo di giocare, di fare le cose che ci piacciono e di inventare.
E quando non saremo più utili al sistema potremo almeno re-imparare a giocare?
A quanto pare è difficile e forse non ci riusciremo più.
Allora la prima domanda, e la più importante a mio parere, è questa: impariamo ad imparare o impariamo ad eseguire e a conformarci a modelli?
E l’altra domanda è: i maestri o gli insegnanti si pongono questo problema o più spesso valutano i pezzi della produzione scartando quelli non conformi al modello utile?
Insomma: può darsi che abbiamo davvero bisogno di avere maestri, ma anche e soprattutto di incontrarne di buoni.

mercoledì 6 ottobre 2010

C'E' FUTURO PER ME?

Il futuro. Mi sembra così ... incerto. Non riesco ad immaginarmi da qui a dieci anni. Non sono sicura delle mie scelte. Non riesco a programmarlo. E' come un'immagine sfocata. Un paesaggio coperto da nebbia impalpabile. In un certo senso mi fa paura. Mi fa paura l'ignoto. Sono così indecisa sulla mia vita. Certo, ho una vaga idea su cosa preferirei fare.
Sono concentrata sul presente. E vorrei rimanere qui ferma, ancorata a tutto ciò che ho in questo momento. Ora mi sento felice e ... non so cosa potrò aspettarmi dal futuro. Mi piace vivere la vita giorno per giorno, così mi sembra più ricca di sorprese.
Programmare la mia vita mi risulta difficile. Non so bene quello che voglio. A volte vorrei che le mie scelte le faccesse un altro. Ma poi mi rendo conto che scrivere il proprio destino è stupendo.
Ora però, non sento ancora di avere la penna giusta per farlo.
(Clarissa Frey)

domenica 3 ottobre 2010

STARE IN CLASSE

Ti sembra che il mondo stia per finire, stare in classe è come non starci, la testa vaga, in poche parole ci sei solo con il corpo.
Guardare fuori dalla finestra e pensare a come sarebbe bello volare oltre muri e confini. Senza ostacoli, senza che qualcosa te lo impedisca, ma....non sarà mai così. Ci sarà sempre qualcuno che ti impedirà di fare e pensare quello che vuoi.
Non bisogna farsi fermare e farsi imporre dei limiti da persone o cose che non ci conoscono.
Bisogna lottare, bisogna credere nei propri obiettivi, perché è bello credere in qualcosa che ti piace.
Di più è bello sognare perché ogni sogno ti distingue dalle altre persone. Ogni sogno ti porta più in là da dove stai ora.
Di più perché oltre l'infinito viviamo solo e soltanto noi....
(Emmeci)

venerdì 1 ottobre 2010

PAURA E FELICITA'

Tutti i giorni a scuola mi capitano momenti di paura e momenti di felicità, anche se in fondo sono più quelli di felicità. I momenti di paura mi capitano quando la professoressa mi interoga, mi sgrida o mi assegna compiti difficili. Invece i momenti di felicità sono quando ci fa studiare giocando,  quando impariamo cose nuove e quando suona la campanella. Quello per me e il momento piu' bello di tutta la giornata. (piccolo_biondino).

Mi sentivo in imbarazzo soprattutto quando sbagliavo e la mia ex maestra mi guardavo con i suoi occhi pietrificanti insieme a tutti i miei compagni attorno a me. (gianlu99)


Provo paura quando la professoressa mi chiama alla cattedra e quando dobbiamo fare qualche verifica. Ieri è successa una cosa strana:  io e una mia compagna siamo andati alla lavagna e non ho provato paura, anzi ero tranquilla. (ELITHEBEST99)


La scuola è un luogo in cui mi diverto, ma dove provo anche molte paure. Mi rallegro quando la professoressa ci fa giocare e dilettare in diversi modi. In questi momenti provo una sensazione di felicità e di gioia. La paura invece, nasce in me quando vengo interrogata: divento nervosa e mi sudano le mani. (ROSYPRINCESS 99)

La scuola è un luogo in cui certe volte mi diverto e in altre no. Per esempio, quando il bidello apre il cancello io non voglio entrare perchè iniziano le lezioni… ma dentro di me dico che ce la posso fare  e così entro . (Megolina)

Quando le professoresse spiegano un concetto importante io capisco al volo ma appena mi interrogano non so più niente, è come se la mia mente si liberasse rimanendo vuota.
In certe ore ci divertiamo e studiamo seriamente. Sono alla scuola secondaria e mi  DIVERTO !!! (LeLi BhO)

A scuola,mi diverto molto giocando, scherzando, a volte anche studiando… ma ho anche delle paure, come quella di sbagliare alle interrogazioni. Quando si va alla cattedra per le interrogazioni, ci si sente come pietrificati, ed è come se ci si scordasse ciò che si è studiato e poi ci si sente molto in imbarazzo, soprattutto se l'insegnante si arrabbia molto. Però dopo che ci si abitua e non si ha più tanta paura. (giangi 2)