giovedì 30 giugno 2011

LA GUERRA DEI MONDI



Un alunno/gladiatore/rambo combatte contro cattiva organizzazione e compiti a casa. In suo aiuto accorrono gite, cultura teorico-pratica, lavoro in classe e divertimento. I compiti a casa, colpiti con mitra e lanciafiamme, spalancano gli occhi, quasi meravigliati dell’attacco mortale. Più in là la cattiva organizzazione, ancora in piedi, viene raggiunta da frecce e colpi di pistola.

Nell’arena scolastica l’alunno/gladiatore/rambo lotta per la sopravvivenza.

giovedì 23 giugno 2011

POESIA del tempo del grano - di Mariaserena


Cantano le cicale nel tempo del grano



Se sordo è il canto, e la cicala assidua
assorbe l’aria mentre il sole sale
non chiederti il perché e non cercare
dove finisce il tempo quando passa.

Speravi avere tempo, e rimandavi
sicura che un tesoro accumulato
domani avresti certo ritrovato
e speso a mani aperte e illimitate.

Non è così, ma la cicala canta
e il tempo passa e sfugge dalle dita.
Ecco il presente, non lasciarlo andare
ma assaporalo piano come un frutto

e dopo, lento, leccati le dita.
Porti il tesoro dentro al cuore
tutto: ricordi, amore, vita, tempo perso
e lascia che vi penetri anche il sole.

venerdì 17 giugno 2011

QUESTIONE DI DAZIO


Mi sono sempre chiesta se e in quale misura assegnare compiti a casa. Domanda retorica, senza alcun dubbio, visto che esistono precise disposizioni che fanno “chiarezza” sull’argomento.

Rimando me stessa alle seguenti fonti:
1) Circolare Ministeriale 20 febbraio 1964, n. 62 avente come oggetto i compiti scolastici da svolgere a casa e in classe;
2) Circolare Ministeriale 30 ottobre 1965, n. 431 avente come oggetto le interrogazioni parlamentari concernenti i compiti scolastici da svolgere a casa;
3) Circolare Ministeriale 14 maggio 1969, n. 177 avente come oggetto il riposo festivo degli alunni e i compiti scolastici da svolgere a casa;

Non ci sono dubbi, la legge parla chiaro: sia pure con le dovute cautele, i compiti a casa vanno assegnati.
Eppure, nonostante tutto, io continuo ad avere dei dubbi.
Mi chiedo, ad esempio, quale tipo di rapporto esista tra qualità dell’insegnamento e quantità di compiti assegnati per casa.
Comincio a pensare che il rapporto sia inversamente proporzionale...
Però, mi dico, se il mio è un insegnamento di qualità, che bisogno ho di assegnare compiti da svolgere a casa? Ma forse il mio non è un insegnamento di qualità... (E' bene che questa cosa me la segni sull'agenda...) Ma no, che stupida che sono a contorcermi le sinapsi! Perché non ci ho pensato prima? Bisogna pure che in qualche modo i ragazzi consolidino, recuperino, siano eccellenti... a casa!
...Comunque è il caso che mi rilegga le circolari ministeriali, in questo momento sono un po’ confusa…
Però, in attesa di recuperare e consolidare anche le mie conoscenze e giusto perché mi piace soffrire, voglio provare a fare un altro ragionamento.
E se, mi chiedo, pur in presenza di un insegnamento di qualità,non riesco a “fare tutto” ciò che ho scritto da qualche parte nella mia programmazione? (Bisognerà che mi appunti anche questa cosa sull'agenda: casomai mi dovessero chiedere che cosa significa insegnamento di qualità, mi scoccerebbe essere impreparata...) Beh, se proprio non ce la faccio a fare tutto, allora non mi rimane che trasferire alla famiglia la responsabilità di completare il mio lavoro. Ma così facendo, non autorizzo tacitamente i genitori a sostituirsi a me? Dubbio davvero amletico.
Forse devo rileggermi le circolari ministeriali, ma non ne ho davvero voglia perché in questo momento sono ulteriormente distratta da un altro pensiero.
Non è che anche l’istituzione scolastica si è messa ad esigere il dazio? Quello dei compiti, ovviamente.
Beh, a questo punto vado a rileggermi le circolari, ma un pensiero mi frulla per la testa: a chi appartiene il tempo dei ragazzi quando non sono a scuola?
Vediamo se me lo dicono le circolari….

Fermina Daza

giovedì 9 giugno 2011

MISSION IMPOSSIBLE?


Cosa posso insegnare io agli adulti?
Squarci di libere riflessioni di ragazzi.

I RIFLESSIONE

Un giorno un bambino chiese alla mamma - Cos’è l’amore?.- E la mamma rispose - Resta bambino e lo saprai! - Poi il bambino continuò dicendo – E l’odio invece cos’è? - E la mamma rispose – Diventa grande e lo capirai!
Ecco, è proprio questo che io sarei in grado di insegnare ad un adulto. In genere i grandi non sono capaci di amare “senza peli sulla lingua”. Gli adulti perdono la spontaneità, mettono delle regole anche nell’amore, evitano di fare le cose così come le sentono davvero! Perdono la capacità di essere sinceri, vogliono solo parlare al momento giusto, vogliono parlare solo con i giusti “attrezzi” fatti di giri di parole…
Saprei insegnare a vedere le cose con semplicità, a dare senza pretendere di avere, a saper dire grazie, a saper chiedere scusa.


II RIFLESSIONE

Cari adulti,
mi sa che essere ragazzi significa essere adulti ed assumersi le proprie responsabilità.
Nelle storie che leggo ed ascolto, i ragazzi si comportano in modo infantile e gli adulti in modo maturo e responsabile. Niente è più lontano dalla verità!
Gli adulti non si comportano mai pensando davvero alle cose. Quando si trovano davanti ad una scelta, si comportano in modo irrazionale.
Voi vi preoccupate solo quando uno di noi torna a casa piangendo. Questo è sbagliato.
E se chiedete ad un ragazzo cosa è accaduto, nel momento in cui non ottenete risposta o non ottenete quella che desiderereste sentirvi dare, iniziate a fare i “capricci”.
Un’altra cosa che ho imparato osservandovi, a parte leggere le vostre “micro-espressioni facciali”, è che nulla è certo. Voi siete lunatici. Prima ci promettete che ti porterete da qualche parte e poi, magari dopo due secondi, vi rimangiate la promessa.
Come posso spiegare questo comportamento? La prima risposta che mi viene in mente è che ve la prendete con noi per non prendervela con voi stessi.

Io e Io

venerdì 3 giugno 2011

Condividere la gioia, con una poesia

Cari ragazzi, condivido con voi la gioia. La gioia è un dono che  i bambini e i ragazzi sanno fare spontaneamente agli adulti che li amano, li ascoltano e sanno stare insieme a loro. Questo disegno è un gioco fatto dalla mia nipotina che ora ha otto anni. Credo che nemmeno Cezanne o Renoir abbiano saputo dare uguale vita e gioia, coi colori, a chi li guarda. L'arte è una cosa, l'amore è altra cosa e voi lo sapete bene. Grazie per la compagnia che tutti voi mi avete tenuto durante quest'anno. A presto! Mariaserena.

DIPINGI CON I FIORI, DIPINGI LA GIOIA

DIPINGERE COI FIORI POESIA
liberare la fantasia, liberare i colori, con i ragazzini

Dipingi con i fiori, e il colore s’avviva
di petali premuti sulla carta,
e trasformati in segni
da dita intelligenti.
Il gioco è bello, vario
e certo non fa male:
cogliamo dal balcone
i fiori un po’ appassiti
e solo qualche foglia
di salvia profumata.
Una petunia giace
sola e incontaminata
sul foglio imbizzarrito
da cuori e ghirigori
che la tua mano traccia,
puntigliosa bambina.

Profumano i colori: di rosa
solo tre petali, rubati da un bel boccio,
nasturzi petulanti, la foglia di lattuga
già un poco rovinata
e su tutto risplenda
la spiga di lavanda
col suo profumo mite
ma persistente e amico.

La vita si colora
del tuo splendido viso,
mia piccola tiranna
a te cedono i fiori
e volentieri, io credo,
ti donano i colori.