venerdì 27 maggio 2011

GRAZIE...


Cara Mariaserena,
la nostra intenzione era racchiudere un ringraziamento in poche semplici parole ma poi ci siamo resi conto che i nostri pensieri non possono trovare posto sufficiente in due misere righe.
Quello che sentiamo, quello che proviamo, necessita di molto più spazio.
Sei stata una parte fondamentale del blog, un blog che ha rappresentato per noi una delle esperienze più gratificanti ed istruttive che abbiamo mai fatto. Pubblicare ogni singolo post, ogni singolo commento, è stato magnifico. Confrontarci con un adulto che ci ha aiutato a pensare, che ci è stato vicino anche se lontano, è stato davvero entusiasmante.
Grazie alle tue parole abbiamo scoperto che i nostri lavori erano apprezzati e questo è stato importante per acquistare un po’ più di fiducia in noi stessi! I rapporti a distanza non sempre sono ben visti. Molti pensano che siano inutili e impossibili. Ma noi l’abbiamo davvero sentito questo rapporto. Ogni volta eri qui con noi.
Questa esperienza è stata fondamentale per la nostra crescita e per la diffusione delle nostre idee che fino a poco tempo fa venivano considerate banali. Certi adulti sottovalutano l’impegno e lo sforzo che i ragazzi compiono per scrivere delle righe che lascino il segno in chi le legge.
Ecco perché ti ringraziamo. Tu ci hai dato fiducia fin dall’inizio, hai creduto in noi senza esitare. Perché tu già sapevi cosa sono capaci di fare i ragazzi.
Ciao, Mariaserena.
Tutti noi. La III E

martedì 24 maggio 2011

Un PINOCCHIO d'autore nella nostra Letteratura - di Mariaserena Peterlin

Sostiene Italo Calvino che il libro di Carlo Collodi Le avventure di Pinocchio - Storia di un burattino è stato considerate a torto un classico della letteratura minore, ovvero un capolavoro, ma destinato comunque solo all’infanzia.
È vero che il libro fu scritto, da Collodi, a puntate per essere pubblicato nel “Giornale dei bambini”  e poi vide la luce come romanzo nel 1883, ma ad oggi Pinocchio è un libro di cui è impossibile contare il numero di edizioni ed è stato tradotto in più di 200 lingue.
Pinocchio incontra gli assassini...
Italo Calvino afferma, tra l’altro, che con Pinocchio, grandissimo classico della nostra letteratura maggiore, abbiamo l’unico esempio di romanzo picaresco italiano. Cos’è un romanzo picaresco? E’ un genere nato in Spagna, ed in cui si narrano le vicende (dall’infanzia alla maturità) di un picaro, ossia di un poco di buono, di un ragazzo di strada, spesso abbandonato alla nascita, che vive tra mille espedienti spesso non onesti, che frequenta furfanti, ladri e malviventi accompagnandoli nelle loro avventure.
Insomma non solo un Lucignolo da cui occorre guardarsi e per evitare pessime avventure, ma anche un emarginato, un escluso, un socialmente diverso.

i "dottori-animali" al capezzale di Pinocchio
Anche Pinocchio è fondamentalmente diverso da tutti gli altri personaggi che, nel libro, incontra nelle sue avventure; ma Pinocchio impara: spesso da animali che potremmo definire “simbolici” e dall’esperienza. 
Le sue avventure sono a volte divertenti, ma spesso anche spaventose e crude: ad esempio viene derubato, ma a sua volta cerca di rubacchiare , anche se per fame, un grappolo d’uva moscatella. A volte rischia di morire: impiccato e assassinato, bruciato e affogato, però assiste, godendosi lo spettacolo, alla morte di un enorme serpente che gli sbarrava la strada:
Il serpente scoppia letteralmente dal ridere
“[…] il Serpente, che fin allora pareva arzillo e pieno di vita, diventò immobile e quasi irrigidito. Gli occhi gli si chiusero e la coda gli smesse di fumare.– Che sia morto davvero?... – disse Pinocchio, dandosi una fregatina di mani dalla gran contentezza […]” (dal cap XX).
Insomma, diciamola tutta, la storia di Pinocchio non è la storia di un santo anche se, a ben guardare, ci sono stati Santi illustri che prima di convertirsi hanno praticato una vita spericolata.
Tuttavia, forse anche per questo, Pinocchio (il nostro picaro per ragazzi) non finirà mai di affascinarci: la diversità, la complessità, le sfaccettature della sua personalità ci attraggono e, in fondo, ci somigliano. Non si tratta di semplificare dicendo che “nessuno è perfetto”. Sarebbe più giusto, forse, dire, che nessun essere davvero vivo è esente dal mutamento.
Pinocchio, come abbiamo già visto, è vivo, si muove quasi solo correndo e muta spesso, per questo motivo (tra gli altri) attraversa gli anni e i secoli senza perdere né la freschezza né le attrattive realistiche e simboliche che ci conquistano oggi, come e domani.