giovedì 20 ottobre 2011

Notte, pioggia, vita: e il tempo della semina - Di Mariaserena

"Nella notte scrosciò, venne dirotta/la pioggia, a strisce stridule infinite (G:Pascoli)


Ci svegliamo di notte, anche in questa notte appena trascorsa e che ora cede alle nuvole di un grigio più chiaro del mattino, e sentiamo piovere. Passano attraverso le finestre chiuse i barbagli dei lampi che annunciano scrosci più forti. Alla mia mamma piaceva tanto sentire la pioggia battere sul tetto mentre riposava, e mi ha trasmesso questa sensazione di nido, di protezione, di attesa senza tempo e senza fretta.
Forse in molti abbiamo perso il senso dell’attesa: la pioggia ne è un simbolo.
Sospendiamo tutto: piove. Fermati, piove. Non uscire, aspetta che smetta di piovere. Ma non è solo questo. La pioggia feconda la terra ed è un rito dei lavori dei campi. Nonostante le tecniche moderne la pioggia è ancora fondamentale. La pioggia fa germogliare i semi, dunque la sua acqua può essere vita. La sua acqua non chiede nulla, solo di scorrere naturalmente e senza incontrare opere dissennate che la trasformano in fango rovinoso.
Ma ora mi piace pensare al rito, a quello eterno della terra lavorata, che accoglie i semi e dopo, appunto, attende. La vita rinasce ogni volta che il seme, ed in particolare il seme del grano, sacro all’uomo e a Dio, germoglia di nuovo nel silenzio del grembo oscuro e mite della madre terra.

LA NOTTE (Giovanni Pascoli, Primi Poemetti)

I Nella notte scrosciò, venne dirotta
la pioggia, a striscie stridule infinite;
e il tuono rotolò da grotta a grotta.
Egli, il capoccio, avvolto nel suo mite
tacito sonno, non udiva. Udiva
nascere l'erba. Vide le pipite
verdi. Il grano sfronzò, quindi accestiva.
Nevicava, in suo sogno, a fiocco a fiocco:
candido il monte, candida la riva.
No: quel bianco era fiori d'albicocco
e di susino, e l'ape uscìa dal bugno
ronzando, e il grano già facea lo stocco:
Anzi graniva; ch'era già di giugno.
La cicala friniva su gli ornelli.
Egli l'udiva, con la falce in pugno.
L'acqua veniva stridula a ruscelli.

martedì 18 ottobre 2011

DIARIO


Dodici anni. Raccontare due punti di vista diversi. Mettersi nei propri panni e in quelli di un altro.
Uno spaccato del mondo adolescenziale da leggere con lenti progressive. Oltre le parole dette.
Situazione di partenza : Samantha e il padre hanno discusso a proposito di un tatuaggio. Diario di Samantha/diario del padre.


DIARIO DI SAMANTHA
Uffa, uffa e ancora uffa, mio padre non vuole, perché, dico io, perché… Non è tanto grande, è solo un cuore con un’iniziale dentro, niente altro che un cuore… :-( Papà, solo per uno stupidissimo tatuaggio ti arrabbi così tanto. Ke pizza, perché i genitori dei miei amici sono favorevoli e i miei no? :”((( Stupido PAPINO! -.- Non ti sopporto più, basta, me lo faccio ugualmente, il tatuaggio, con o senza il tuo permesso. ù.ù. Però poi ti arrabbi troppo, uffi, e ora che faccio… Sono abbastanza responsabile, secondo me, per farmi un tatuaggio, mi prendo sempre cura delle miei cose, ho sempre aiutato sia te che mamma, e ora perché non vuoi?? Sì, per te posso essere ancora la tua piccolina, ma, papiii, io non sono più la bambina di una volta che si metteva il dito in bocca. Sono grande ormai, e ora abbiamo litigato, e tutto per un piccolo, semplice ed inutile tatuaggio che non si vedrà neanche? Papà, ti giuro che se mi dai la possibilità di tatuarmi, farò tutto quello che vuoi, dove vuoi, quando vuoi e come vuoi, anche a costo di svegliarmi la mattina presto alle due. Ti prego, accontenta una povera ragazza!! :-((( Ci tengo molto a questa cosa, è e sarà il segno indelebile della mia amicizia con Mariateresa. Lo so, forse, non te ne importa niente, ma per me l’amicizia di Mariateresa è molto importante!

DIARIO DEL PADRE
Heeeee sì, i soliti capricci di una ragazzina, ormai non li sopporto più. Tutti giorni la stessa storia, non ne posso più, basta. Non capisco proprio cosa ha di tanto speciale uno stupido cuore tatuato sul braccio…
Samantha, sei ancora una ragazzina, non voglio che un liquido strano tocchi la tua pelle liscia e vellutata! E se poi litighi con Mariateresa, come la mettiamo? Un tatuaggio per niente! E daiiiii… Quello che voglio capire è cosa c’è di speciale in questo tatuaggio. Cosa? Coosa? Perché dobbiamo fare tante storie per qualcosa di così inutile? Samantha, basta, finiscila, lo sai che non mi intenerisci per niente con quei tuoi sguardi da cane bastonato! Invece di un tatuaggio non potevi desiderare qualcos’altro? Un cellulare nuovo, un paio di scarpe alla moda oppure quel vestito azzurro che ti piace tanto… Io so che se ti concedo la possibilità di farti un tatuaggio, invece di prenderti solo un dito ti prenderai anche il braccio e questo non va bene.
E va bene, te lo farò fare, ma a condizione che non litigheremo più per queste sciocchezze. Ah, e … ti voglio bene, figlia mia!!

ELLEMME

venerdì 14 ottobre 2011

ANALOGIA di LIBERTÀ - di Mariaserena

Analogia di libertà in una giornata di vento
Mareggiata
Ascoltalo ora batte
su vetri e le persiane
con le onde già combatte
maestose battaglie,
spezza le resistenze
delle gomene e libera
la schiavitù del porto:
è la natura, è il vento.

E’ un’avventura, è il sogno
dell’andare da soli;
è la libera forza
che spinge via dai moli,
che suggerisce luoghi
sconosciuti e lontani
e il non aver paura
di pensare al domani.

Come quel vento audace
spezza, trascina e piega
e scopre un cielo nuovo
ed il vecchio rinnega
anche la nostra vita
sperimenti la luce
d’un pensiero inusato
d’un sentire che, volo,

vive se si sprigiona
e al vento s’abbandona.


venerdì 7 ottobre 2011

Racconto - Impressione d'Autunno

cielo ottobre
Autunno: dalle brevi
sere rossastre a stracci
di nubi frammentate
da voli e da filacce
di luci ancora accese
nel cielo pitturato 
che stringe all’orizzonte
masse di nubi come
matasse o scialli in lana
a prevenir per tempo
la presta tramontana.
mariaserena