Si va ad incominciare e lo spettacolo deve continuare.
X I burattini riconoscono il loro fratello Pinocchio e gli fanno una grandissima festa; ma sul più bello, esce fuori il burattinaio Mangiafoco, e Pinocchio corre il pericolo di fare una brutta fine.
Capitolo fondamentale il decimo. La narrazione appare quanto mai varia, ricca di azione e colpi di scena (del resto siamo a teatro), ci sono scambi tra la vita reale e la rappresentazione teatrale (i burattini interrompono la loro recita per accogliere, entusiasticamente, Pinocchio) e suggerimenti nascosti tra le righe; ne andiamo a scoprire qualcuno.
a) Arlecchino “smette di recitare” quando vede Pinocchio. Eppure ad Arlecchino, in quanto burattino, non dovrebbe essere riconosciuta altra vita possibile che quella della recita. b) Il pubblico non vuole che la recita sia interrotta e protesta. “– Vogliamo la commedia, vogliamo la commedia!”… e ti pareva. Quante volte non si preferisce la recita alla vita? c) Collodi sottolinea come la fratellanza tra Pinocchio e gli altri burattini sia un legame vero, naturale e profondo: infatti loro non sono umani, sono vegetali. “È impossibile figurarsi gli abbracciamenti, gli strizzoni di collo, i pizzicotti dell’amicizia e le zuccate della vera e sincera fratellanza, che Pinocchio ricevé in mezzo a tanto arruffio dagli attori e dalle attrici di quella compagnia drammatico-vegetale. Questo spettacolo era commovente, non c’è che dire.”
Appunto, non c’è che dire: gli spettatori, in quanto umani, si spazientiscono e vogliono che la commedia continui (show must go on), mentre i “vegetali” non possono rinunciare ad abbracciarsi.
In passato capitava che qualche insegnante appioppasse ai suoi ragazzi l’epiteto: “sei una testa di legno!”. Chissà se accade ancora? Si definiva una testa di legno quella di una ragazza o un ragazzo che non capisce ed ha dunque una testa tosta, ostinata, che non apprende. Ma sarà vero? Pinocchio non rinnega la sua natura vegetal-legnosa eppure comprende benissimo, e apprende dai fatti dell'esperienza. La sua logica è anticonvenzionale, ma non ottusa. Fino a quel momento della sua vita aveva avuto solo l’affetto paterno di Geppetto, nessun umano è stato buono con lui. Adesso, invece, ha finalmente incontrato i suoi compagni, anzi i suoi fratelli. E l’ha trovati grazie alla comune natura vegetale. Teste di legno come lui (per chi vede solo le apparenze) che hanno in realtà cuori affettuosi e sanno rompere lo schema delle convenzioni e dei ruoli che il mondo ci assegna forzatamente. Infatti Pinocchio scavalca la platea, i posti distinti e piomba sulla scena e dal canto loro i suoi fratelli vegetali smettono di recitare per esultare accogliendolo come un uguale. Solo un Mangiafoco burattinaio insensibile (per ora) e un pubblico (che ha pagato…) possono rimanere insensibili al trionfo dell’amore e dell’amicizia. Lo show deve continuare, e gli affari sono affari. Ma una testa di legno che ne sa degli affari?
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