lunedì 7 febbraio 2011
CONFRONTARSI FA BENE
Riflettere a undici anni.
Collodi ha utilizzato la lezione delle favole ed ha attribuito al Gatto e alla Volpe i vizi umani. I due animali (ma si tratta davvero di animali ?) sono la personificazione della menzogna e della furbizia: ambedue si fingono portatori di problemi fisici, ambedue si prendono gioco di Pinocchio.
Il burattino non sa ancora distinguere fra veri amici e falsi amici perché non possiede la necessaria esperienza…Forse a non vedere bene è proprio lui, forse a zoppicare è proprio lui. Lui che corre in continuazione da un'avventura all'altra, senza mai riflettere, senza ascoltare i consigli degli animali e delle persone che provano ad aprirgli gli occhi.
Pinocchio, a causa della sua inesperienza, è vittima del Gatto e della Volpe che gli fanno credere che esiste un campo in cui nascono alberi di monete.
Pinocchio, però, è solo ingenuo ed inesperto, non poco intelligente. E allora, perché crede a quanto gli viene detto? Pinocchio vuole riconquistare la fiducia del suo babbo, ed è disposto a tutto, pur di realizzare il suo desiderio. Dunque, decide di non andare tanto per il sottile e di puntare dritto verso la meta.
Secondo noi, Pinocchio, se si fosse fermato a riflettere, avrebbe saputo valutare ed agire di conseguenza. Se avesse ascoltato i consigli del Merlo bianco, non avrebbe passato un brutto quarto d'ora. Pinocchio ha capito a sue spese che i denari non funzionano come i semi.
Questa storia ci insegna che sulla nostra strada possiamo incontrare delle persone che tentano di prendersi gioco della nostra ingenuità e della nostra inesperienza. Per questo, sarebbe utile fermarsi a parlare con quegli adulti che vogliono raccontarci le loro esperienze. Perché un consiglio si accetta meglio quando non è solo frutto di prediche ma anche di confronto.
RosyPrincess 99 e Megolina
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Una riflessione davvero profonda la vostra, RosyPrincess 99 e Megolina.
RispondiEliminaLe prediche "appallano" anche noi adulti, eppure non perdiamo il vizio di farle; il confronto invece è dialogo, è dirsi le cose, è accettare l'ascolto reciproco e quindi il confronto delle esperienze.
Siamo talmente assordati dal continuo flusso di parole-parole-parole che nemmeno ci accorgiamo che non siamo capaci di reagire.
Ci avete pensato vero? Il massimo dell'interattività che ci propongono i media tradizionali (specialmente televisivi) è quello di inviare un sms (che costa) o di schiacciare un tasto del telecomando.
Loro sono ormai sicuri che obbediremo.
Ma forse si sbagliano, le teste pensanti sono teste sveglie e, anche attraverso Internet, stanno imparando a dire la loro.
E a proposito di Pinocchio: più mi soffermo a leggere e rileggere questa fonte inesauribile di "confronto" più mi viene da pensare che non sia Collodi a dare forma e storia al suo burattino, ma che sia Pinocchio ad togliersi il ruolo di personaggio per assumere il ruolo di pedagogo :-)Perchè la verità (o almeno la mia verità)è che sia a scuola sia nella vita i giovani e gli adulti si insegnano le cose reciprocamente.