L'ABBECEDARIO AL TEMPO DEI TESTI SCOLASTICI NON GRATUITI |
Il titolo del capitolo Geppetto rifà i piedi a Pinocchio, e vende la propria casacca per comprargli l’Abbecedario mette in primo piano il padre-falegname; ma poi il burattino scivolerà via dallo schema per diventare, come al solito, protagonista.
Geppetto si affanna per questo figliolo e tenta di trasmettergli dei sani principi. Gli ha appena insegnato, con l’episodio delle tre pere, che “nella vita i casi sono tanti” e cerca di fargli capire che per riavere i suoi piedi deve accettare qualche condizione.
Pinocchio promette e supplica, ma solo la frase che convince Geppetto è strategica.
Leggiamo il dialogo:
— E perché dovrei rifarti i piedi? Forse per vederti scappar di nuovo da casa tua?
— Vi prometto — disse il burattino singhiozzando — che da oggi in poi sarò buono...
— Tutti i ragazzi — replicò Geppetto — quando vogliono ottenere qualcosa, dicono cosí.
— Vi prometto che anderò a scuola, studierò e mi farò onore...
— Tutti i ragazzi, quando vogliono ottenere qualcosa, ripetono la medesima storia.
— Ma io non sono come gli altri ragazzi! Io sono più buono di tutti, e dico sempre la verità. Vi prometto, babbo, che imparerò un’arte, e che sarò la consolazione e il bastone della vostra vecchiaia. —
Geppetto che, sebbene facesse il viso di tiranno, aveva gli occhi pieni di pianto e il cuore grosso dalla passione nel vedere il suo povero Pinocchio in quello stato compassionevole, non rispose altre parole: ma, presi in mano gli arnesi del mestiere e due pezzetti di legno stagionato, si pose a lavorare di grandissimo impegno.
Proprio così.
Proprio così.
Nessun genitore può pensare che suo figlio sia come i figli degli altri e Pinocchio rivendica la sua unicità ma io non sono come gli altri ragazzi! e nel farlo tocca il cuore, insieme all’orgoglio paterno di Geppetto che cede e lo accontenta.
La prima matrioska si è aperta e compare la seconda. Pinocchio vuole compensare il padre andando a scuola ma ha bisogno di un vestito. E certo! Un pezzo di legno non va a scuola e un po’ di apparenza ci vuole. Geppetto gli allestisce un vestito con ciò che rimedia in casa:
Geppetto, che era povero e non aveva in tasca nemmeno un centesimo, gli fece allora un vestituccio di carta fiorita, un paio di scarpe di scorza d’albero e un berrettino di midolla di pane.
Pinocchio corse subito a specchiarsi in una catinella piena d’acqua e rimase cosí contento di sé, che disse pavoneggiandosi:
— Paio proprio un signore!
— Davvero, — replicò Geppetto — perché, tienlo a mente, non è il vestito bello che fa il signore, ma è piuttosto il vestito pulito.
Oggi, epoca di docce quotidiane e di lavabiancheria a palla, fa sorridere il richiamo al vestito pulito ma non fermiamoci alla superficie, il vestito pulito rappresenta comunque il decoro della persona, la sua presentabilità ed infatti riesce a rendere Pinocchio (che era diverso dagli altri perché di legno, senza mamma, burattino, nato già in età di scuola, condizionato da un naso che cresce a dismisura e così via) un ragazzino come tutti, anzi elegante, e lui infatti si pavoneggia.
Povero Pinocchio, viene da commentare, deve imparare ancora tanto…
Ma a questo punto si apre la terza matrioska: l’episodio del libro necessario per andare a scuola, ossia l’abbecedario. E qui la diversità si para dinnanzi in una veste nuova: è quella tra chi ha i quattrini e chi non ce l’ha.
Per andare alla scuola mi manca sempre qualcosa: anzi mi manca il piú e il meglio. — Cioè? — Mi manca l’Abbecedario. — Hai ragione: ma come si fa per averlo? — È facilissimo: si va da un libraio e si compra. — E i quattrini? — Io non ce l’ho. |
— Nemmeno io — soggiunse il buon vecchio, facendosi tristo.
Geppetto allora esce di casa e va a vendere la vecchia giacchetta di fustagno per acquistare l’Abbecedario. Torna a casa, sotto la neve, in maniche di camicia.
E la casacca, babbo?
— L’ho venduta.
— Perché l’avete venduta?
— Perché mi faceva caldo. —
Pinocchio capí questa risposta a volo, e non potendo frenare l’impeto del suo buon cuore, saltò al collo di Geppetto e cominciò a baciarlo per tutto il viso.
Quanto amore ha incontrato, così, Pinocchio?
Quanto amore ha incontrato, così, Pinocchio?