Geppetto insegue Pinocchio - nato per correre? |
Osserva Stefano Bartezzaghi: “Perché i bambini corrono? All'improvviso, magari dopo aver lamentato di dover camminare, scattano in una corsa senza pensieri. Camminare stanca,correre no. Giocano a rincorrersi, a prendersi, a chi arriva primo. Corrono anche da soli, senza gareggiare: non sempre per fare prima, spesso per fuga, o anche per gioia, esuberanza, imbarazzo, scarico di energia. Si corre come si parla, si ride, o altro, senza progetto: si corre per una decisione estemporanea.
L'unico grande gioco di Pinocchio è la corsa. Esce dalla casa di Geppetto, per andare a scuola e cammina. Ma quando decide di deviare per inseguire il suono di pifferi che lo porterà da Mangiafoco non cammina più:
“Detto fatto, infilò giù per la strada traversa, e cominciò a correre a gambe.”
Corre di capitolo in capitolo, per ore, come lepre, bàrbero (ovvero cavallo da corsa), capretto, leprottino, cane da caccia, can levriero, capriolo, palla di fucile.
Minuto e solido, corre imbattibilmente:
Pinocchio era sempre avanti a tutti: pareva che avesse le ali ai piedi.
Gioca a correre e si gioca di chi corre meno di lui, cioè tutti:
“Di tanto in tanto, voltandosi indietro, canzonava i suoi compagni rimasti a una bella distanza, e nel vederli ansanti, trafelati, polverosi e con tanto di lingua fuori, se la rideva proprio di cuore.” (fin qui Bartezzaghi)
Ma davvero, noi ci chiediamo, Pinocchio corre per giocare? E allora gioca e corre come tutti i bambini nati in questo mondo?
In realtà, come sappiamo, per Pinocchio non si potrebbe parlare di nascita in senso biologico o umano. Pinocchio esiste perché un artigiano l’ha costruito ricavandone tutti i pezzi, uno a uno, intagliando un pezzo di legno e per fabbricare un burattino.
Geppetto, dal canto suo, non l’ha ancora finito di mettere insieme che scopre in lui un carattere inatteso: un burattino che non obbedisce è diverso dagli altri.
“Appena finite le mani, Geppetto sentì portarsi via la parrucca dal capo. Si voltò in su e cosa vide? Vide la sua parrucca gialla in mano a un burattino. […] e gli disse:
-Birba d’un figliolo, non sei ancora finito di fare e già cominci a mancar di rispetto a tuo padre! Male ragazzo mio, male!
E si asciugò una lacrima.”
Geppetto continua tuttavia il suo lavoro, finisce di costruire le gambe e i piedi ( e Pinocchio gli tira subito un calcio “su la punta del naso”) poi lo posa a terra e …
“Quando le gambe gli si furono sgranchite Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza; finché, infilata la porta di casa, saltò nella strada e si dette a scappare.”
Tante sono le domande e le risposte possibili su questo libro.
Tuttavia ce n’è almeno una ineludibile proprio perché la vita di Pinocchio inizia con il correre e lo scappare; cosa significa per lui questa corsa?
Che cosa ha pensato, secondo Collodi, il Pinocchio appena nato?
Che cosa ha pensato, secondo Collodi, il Pinocchio appena nato?
E perché il lettore non può fare a meno di seguitare (e dunque di seguirlo …) leggendone le Avventure?
Perché Pinocchio corre? Bella domanda! Quando avevo l’età dei miei alunni, per me era naturale desiderare correre ovunque senza ragione. Al burattino di legno pregiato invidiavo la possibilità di decidere quando la corsa dovesse iniziare o finire… Per noi ragazzi, invece, non era esattamente la stessa cosa: c’erano i momenti per correre e i momenti per fare altro, una specie di libertà a puntate… gli adulti consideravano il nostro correre come un qualcosa in più che sottraeva tempo prezioso al dovere della scuola e al dovere dei compiti… Si poteva correre d’estate e di domenica… una libertà fisica a puntate, che ben si adeguava al motto “prima il dovere e poi il piacere”. La mia generazione spesso correva con la fantasia per le strade del mondo…
RispondiEliminaCol passar del tempo ho però colto altri aspetti dell’ipercinesìa pinocchiesca. Tra i luoghi che ospitano Pinocchio, il ventre del Pesce-cane è sicuramente quello più inquietante. Il burattino non corre, consapevolmente vi fa il suo ingresso per liberare Geppetto. Non corre, cammina “a tastoni”, si ferma a dialogare in un luogo che sa di rifugio e protezione. Non corre perché non c’è più nessuna spirale da percorrere o libertà da inseguire. La libertà è lì, davanti a lui, è la libertà di poter essere figlio perché esiste un padre. Ognuno acquisisce il proprio ruolo, nessuno fugge più da se stesso. Mentre Geppetto è a cavalluccio di Pinocchio, muore il burattino e nasce il ragazzo, muore il falegname e nasce il padre. Il reciproco riconoscimento dei ruoli.
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