mercoledì 15 dicembre 2010

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DELL'UOMO

Prosegue il dialogo fra scuola e famiglia.
Di seguito l'importante contributo di un genitore che ringraziamo, anche a nome dei ragazzi, per la collaborazione offerta.

Durante la mia esperienza di vita lavorativa ho visto notevoli cambiamenti nello sviluppo tecnologico, soprattutto nell’ambito lavorativo dove lavoro quotidianamente, ossia nel campo della medicina.

Le applicazioni tecnologiche nell’ambito medico sono innumerevoli, perché la ricerca in tale campo è molto attiva e riesce a scoprire tecniche di indagine medica a ritmo molto veloce. Gli utilizzatori di tali tecniche di indagine, ossia i medici, d’altro canto, non sempre sono in grado di seguire le dinamiche delle scoperte scientifiche e, vuoi per la scarsa volontà di tornare sui libri a studiare, vuoi perché sono saldamente attaccati a quello che hanno studiato all’università 20 anni prima, non riescono a trasferire appieno i benefici di tali scoperte a chi ne deve usufruire, ossia i pazienti.

Un altro aspetto da considerare è quello relativo al grado di preparazione scientifica che le scuole italiane offrono ai futuri professionisti; infatti è ben noto che le discipline matematiche e quelle di lingua straniera, ad esempio l’inglese, sono molto carenti nei piani di studio delle scuole medie inferiori e superiori. Ciò è confermato dai vari sondaggi e studi sulla preparazione degli alunni delle scuole italiane. Qualche docente parla di scuola ancora “troppo gentiliana”; in effetti i nostri governanti, che avrebbero dovuto essere molto sensibili alle problematiche dei loro (nostri) figli, invece di discorrere le questioni interne ai “palazzi romani”, dovrebbero piuttosto cercare di risolvere i problemi della scuola e aiutare i ragazzi, ossia i professionisti del domani, a rendere la tecnologia veramente al servizio dell’uomo.

Ma finalmente qualcosa sta cambiando; per un processo, credo, di autoconsapevolezza, i ragazzi che oggi frequentano l’università sono più attenti alla tecnologia, intesa anche come mezzo di aiuto all’apprendimento, e sono più attenti a quello che studiano. Ritengo che sarebbe opportuno creare degli “shunts” tra le varie discipline, sin dalle scuole medie inferiori: questo permetterebbe ai discenti di avere una piena consapevolezza del fatto che si debbano studiare approfonditamente anche le discipline scientifiche, pur avendo una piena padronanza della lingua italiana e delle materie umanistiche (viribus unitis).

Sarebbe auspicabile, infine, un adeguato ricambio generazionale nelle attività lavorative, soprattutto per le professioni che incidono direttamente sull’individuo.

(Dott. House)

4 commenti:

  1. Sono d'accordo con il dott. House e rifletto sull'ultima frase; il ricambio generazionale. Anche io lo considero auspicabile. Nel succedersi delle generazioni è necessario che per le nuove leve ci siano spazi adeguati nelle attività lavorative. Ciò non implicherebbe, se la gestione dell'avvicendamento fosse intelligentemente condotta, una perdita di esperienze; anzi la trasmissione di queste ultime dovrebbero essere favorita il più possibile.
    Certamente però gli spazi non sono elastici e sarebbe preferibile che invece di promuovere un innalzamento dell'età pensionabile (fino a quando?) si pensasse a promuovere l'inserimento dei giovani.
    Mariaserena

    RispondiElimina
  2. Concordo sul ricambio generazionale ed aggiungo che le professioni che "incidono direttamente sull'individuo" richiedono competenze ed attitudini particolari.
    Un altro concetto credo che meriti di essere discusso: la creazione di "shunt" fra le varie discipline. Studiare e sperimentare nuovi percorsi di "osmosi" è possibile a patto che si crei un "tavolo di concertazione" tra genitori e docenti. Ritengo che un sistema formativo integrato si regga sulla democrazia partecipata. Un curricolo di studi che superi le barriere disciplinari può esistere solo se genitori, alunni e docenti ne condividono finalità, modalità, uso dei mezzi e degli strumenti,percorsi di verifica e di valutazione. Un curricolo flessibile non può prescindere da questo tipo di partecipazione e condivisione fra agenzie educative. Questo blog è nato per permettere anche questo tipo di confronto, nel pieno rispetto delle idee di tutti e soprattutto dei ragazzi che sono i soggetti intorno a cui si muovono gli adulti.
    Per questo i commenti sono liberi e non è stata inserita la moderazione.
    Fermina Daza

    RispondiElimina
  3. Se capisco bene, Fermina, l'uso dei nickname ha solo lo scopo di difendere la privacy degli studenti che non sarebbe garantita se fossero esplicitati il nome dei prof, della scuola o dei genitori,

    RispondiElimina
  4. Esattamente, Mariaserena.
    Il blog appartiene ai ragazzi e alle loro idee. Appartiene inoltre a tutti coloro che, come te, credono in questo tipo di confronto.Non è stato indicato volutamente il nome della scuola perché l'attenzione non è sul "dove" o sul "chi" ma sul "cosa" e sul "perché".
    I ragazzi, docenti e genitori usano tutti il nickname perché, quando le idee vengono scambiate, la gerarchia non conta.
    Contano solo le idee ed il “pensiero potente”.
    Vi è libertà di commento perché crediamo fermamente nell'intelligenza e nel buon senso di chi vorrà intervenire.
    Grazie, Mariaserena, per il tuo continuo sostegno.
    Fermina Daza

    RispondiElimina