martedì 25 gennaio 2011

Pinocchio e la necessaria adulazione



XI
MANGIAFOCO STARNUTISCE E PERDONA A PINOCCHIO, IL QUALE POI DIFENDE DALLA MORTE IL SUO AMICO ARLECCHINO

La storia di questo capitolo è a lieto fine ma voglio richiamare l’attenzione su un dialogo che potremmo definire “lo smascheramento dell’adulazione”

Pinocchio,  alla  vista  di  quello  spettacolo  straziante,
andò a gettarsi ai piedi del burattinaio e piangendo dirottamente e bagnandogli di lacrime tutti i peli della lunghissima barba, cominciò a dire con voce supplichevole:
– Pietà, signor Mangiafoco!...
– Qui non ci son signori! – replicò duramente il burattinaio.
– Pietà, signor Cavaliere!...
– Qui non ci son cavalieri!
– Pietà, signor Commendatore!...
– Qui non ci son commendatori!
– Pietà, Eccellenza!...
A sentirsi chiamare Eccellenza il burattinaio fece subito il bocchino tondo, e diventato tutt’a un tratto più umano e più trattabile, disse a Pinocchio:
– Ebbene, che cosa vuoi da me?
– Vi domando grazia per il povero Arlecchino!...

“ Al sentirsi chiamare Eccellenza”… già il temibile Mangiafoco è sensibile all’adulazione e concede la grazia non in virtù degli argomenti o della pietà, ma perché emozionato dal complimento di un Pinocchio disperato ma furbo.
Una sviolinata…. e l’affare è concluso.
Dove si dimostra che la ragione e il torto, la giustizia o la compassione non possono ottenere tutto, ma una mossa furba, spesso, sì.
Libro “pedagogico”, non c’è dubbio! Non diamo del lecchino a Pinocchio, però, la sua era una giusta causa; ha solo dovuto usare un po’ di utile diplomazia. E i ragazzi , con una testa che pensa, imparano presto a praticarla… 

1 commento:

  1. Scritto a tarda ora(come dice la data) e quasi dormendo, sull'urgenza di fermare un pensiero. Ogni volta che riprendo in mano questo libro capisco meglio perché da bambina aspettavo solo di finire l'ultima pagina per ricominciare dalla prima. Un loop di puro amor-divertimento. Un'iniziazione-giocattolo, senza traumi.

    RispondiElimina