martedì 30 novembre 2010

Ragazzi, imparate a sbagliare

Einstein ha pubblicato 180 articoli scientifici: 40 contengono errori significativi!
La storia insegna che non esiste, e non è mai esistito, nessun grande scienziato che prima di arrivare al successo non abbia commesso errori.
Errare significa "uscire dalla solita strada", perché i ragazzi non dovrebbero sbagliare?
Che ne pensate?

Un buon errore a tutti!
Orso Bruno

lunedì 29 novembre 2010

Riflettiamo e costruiamo serenamente

I post, intensi e importanti, scritti dalla Testa Pensante in queste settimane, mi hanno confermato che un anello tra generazioni, che sembrava mancante, si può ristabilire.


Posto, a questo scopo, un mio gioco di parole che è anche una riflessione; il titolo è...

RITMO GENERAZIONALE

Manca un anello,
l’anello mancante
è quello che congiunge
con parola pensante,
l’anello che distingue
le parti dentro a un tutto,
l’anello che congiunge
e modifica è distrutto.

Ridatemi l’anello
che lega e che dà forma
ridateci l’anello
sì, quello che trasforma,
ridateci l’anello
cerchio e incantata forma,
l’anello è sempre magico
e quando manca è tragico.

Anello forte simbolo
di un sapere trasmesso,
anello come un patto
ma non un compromesso:
lega, congiunge e attacca
la mente un po’ distratta,
aggancia quel pensiero
e lo innamora al vero.

Aggancia non asserve
come ostiche minerve!
Ma libera la mente
dall’oscura visione
e trasmette attenzione
verso la riflessione;
che non diventi nero
ma lucente il pensiero
che opaco non si spenga
e la luce trattenga.

Manca l’anello
di una generazione,
manca l’anello
e manca l’attenzione,
manca l’anello
e non c’è congiunzione
manca l’anello
passione ed aquilone,
manca l’anello
seducente lezione.

Accade infatti accade
che si spenga d’un tratto
e tu sarai distratto
da un pensiero artefatto

Non c’è la congiunzione,
un saggio lo diceva
contemplando rovine
ché libertà non c’era.

Non sia la nostra fine.
Non sia la nostra fine.
Non sia la nostra fine.


Ricomincio da qui...

venerdì 26 novembre 2010

LO SCETTRO AI GIOVANI

I social network e i giornali sono colmi di notizie di cortei in cui i giovani studenti protestano contro la riforma Gelmini. Queste manifestazioni di piazza intendono richiamare l’attenzione sui tagli alla scuola pubblica, il finanziamento agli istituti privati e la riforma universitaria in discussione alla Camera. Secondo noi, tutti devono avere la possibilità di studiare ed apprendere, soprattutto di questi tempi in cui è sempre più urgente il bisogno di specializzazioni formative che consentano un più agevole accesso al mondo del lavoro. In questi giorni le parole dei nostri genitori ci hanno fatto prendere coscienza di quanto possa essere complicato trovare un posto di lavoro.
Se uno studente non può permettersi di pagare i suoi studi, non può specializzarsi e di conseguenza diminuiscono per lui le possibilità di trovare lavoro.
Così la prospettiva di essere disoccupati a vita diventerà una triste realtà.
E’ giusto che questi giovani lottino per garantirsi un futuro migliore. Occupare le scuole, organizzare cortei può essere molto utile a far sentire la voce dei giovani a cui non è quasi mai dato il diritto di parola . Bisogna però dire che l’esasperazione non porta da nessuna parte, piuttosto occorrono freddezza, determinazione e conoscenza esatta dei problemi per trovare nuove soluzioni.
Noi giovani dobbiamo unirci e trovare insieme una soluzione … ovviamente rifiutando ogni forma di violenza. Dobbiamo ricordarci che siamo tutti dalla stessa parte e solo stando uniti riusciremo ad ottenere dei cambiamenti positivi che potranno proiettarci verso un futuro migliore!!

(Clarissa e Bree)

giovedì 25 novembre 2010

A COSA PENSO

Istantanee di momenti trascorsi a pensare

Quando sono solo salgo sugli alberi e quando sono lassù mi sento come un uccello che ha il suo nido sicuro. Sugli alberi c’è un mondo dove nessuno ti dice di fare qualcosa che tu non vuoi fare. Sei libero mentre il vento ti accarezza il viso con la sua fresca mano.
(GIANLU2 e FRANCY99)

La mia timidezza a volte l’apprezzo e a volte no perché mi impedisce di fare amicizia e di parlare di me agli altri. Quando scrivo mi sento finalmente libera e sono felice perché chi mi leggerà capirà davvero chi sono.
(Cuoricina)

Quando mi fermo a pensare, resto steso sul divano come una tartaruga che aspetta di essere svegliata dalla noia che l’avvolge come un sonno profondo. E il suo guscio è come una casa che mi dà sopravvivenza anche se può rinchiudermi in un abisso senza luce.
(Gianlu99)

Quando sono solo con i miei pensieri mi sento un’aquila che vola nel cielo, un uomo libero che può fare tutto ciò che vuole… Dopo un po’ però arriva la solitudine e ti accorgi che qualunque cosa fai, la fai malvolentieri o neghi a te ste stesso di farla anche se sai che è qualcosa di bello.
(Checco 99)

Quando sono sola mi sento come un cavallo impazzito che corre liberamente nei prati senza mai fermarsi. Non appena i miei genitori chiudono la porta d’ingresso, io mi preparo a fare un urlo di gioia e poi grido: -YEEEEE!!!!! ADESSO POSSO FARE QUELLO CHE VOGLIO! Un po’ di sano diverimento non ha mai fatto male a nessuno: ballo, indosso gli abiti di carnevale, chiamo le mie amiche e ci parlo almeno per trenta minuti….Però arriva anche il momento in cui le mie forze si esauriscono. Allora mi siedo tranquillamente sul divano e comincio a comunicare con la mia amica coscienza. Lei mi chiede che professione mi piacerebbe praticare e io le rispondo quasi sempre che ci devo ancora pensare.
(ROSYPRINCESS99)

Quando penso sento che vorrei diventare un uccello per vedere le cose da un altro punto di vista.
Un uccello ha il potere di poter volare lontano dal giudizio della gente e di poter guardare le cose come davvero sono.
(Megolina)

DIAVOLO E ACQUA SANTA

Simulazione di un dialogo impossibile tra un “io” e un “ me”

IO: Aiutami, ho bisogno di te! Ho bisogno di sapere se sono abbastanza grande per poter di fare quello che voglio e che non voglio.

ME: Saprai tu quando sari pronta a decidere da sola e quando non avrai più bisogno dei consigli dei tuoi genitori.

IO: Ma i miei genitori mi assillano sempre e io difronte a loro non sono niente! I miei pensieri non contano. AIUTAMI, TI PREGO!!!

ME: I tuoi genitori ti assillano perché ci tengono a te e non vogliono che tu perda i momenti più belli dell’adolescenza bruciando le tappe.

IO: Senti, coscienza! Tu dovresti essere con me! Lo vuoi capire che io desidererei moltissimo poter avere dei genitori che mi capissero nei momenti più difficili per me? Ora loro non fanno altro che impormi tutto. Le mie amiche sono libere, perché io no?

ME: Se mi chiedi dei consigli non puoi mettere lingua altrimenti, se hai già la soluzione, non rivolgerti a me. Perciò ti consiglio saggiamente per quello che posso: ai tuoi genitori non importa nulla di ciò che fanno le tue amiche…Sono i tuoi genitori e pensano solo alla tua educazione.

IO: Beh… forse hai ragione… ma … no … ho sempre ragione io. HO DECISO! ANDRO’ A PARIGI CON LE MIE AMICHE, CHE LORO LO VOGLIANO O NO. SE A LORO NON IMPORTA DI ME, A ME NON IMPORTA DI LORO.

(*LETA STELLINA BHO* e ELI THEBEST99)

LA CHAT IMPOSSIBILE

Simulazione di un dialogo impossibile in chat tra un “io” e un “me”

Io: qund sn solo ho paura, vgl essr cm te

Me : non vdr la paura cm un difetto xkè essr coraggiosi nn è un vntggio

Io: xkè tu affronti ttt di petto, nn hai paura di nnt

Me: frs un po’ trpp di petto, dico smpr ciò ke pns. Ttt qnt mi sgridano

Io: io NN RSCO A FR NNT DI NNT!! HAI CPTO? Qnt volte gli amici mi prndn in giro xkè non esko di casa!!!!!

Me: io sn smpr nei guai xkè nn mi imprt dei miei, pns che è bll?

Io: io ho smpr paura di ttt, mi snt male !!!

Me: io vd male a skuola xkè asclt smp la mia testaccia!!

Io: io sn smpr stt ai preptnt e agli stupd!!! Tu pns ke è brtt essr cm te ma tu 6 frt xkè nn hai paura

Me: io sn più contnt x te xkè la tua vita è trnqlla la mia nn mi piace, sn smp in ritardo a kasa e vd male a skuola xkè nn asclto i prof

Io: x qst asptt a me va bn ma x altr no

Me: nn so cs dirti, a prst

Io: a prst, me

(ONE PIECE 99)

GENITORI A SCUOLA N. 10

Orientamento in terza media
Tema del decimo incontro: La precarietà del lavoro

Più globalizzazione, più turismo.
Il turismo è un settore che, anche grazie alla globalizzazione virtuale, è destinato a offrire moltissime possibilità di occupazione.
Molti istituti scolastici e facoltà universitarie offrono specifici percorsi di insegnamento/apprendimento nei campi linguistico e turistico. E' così possibile acquisire competenze professionali che permettono l'inserimento in questo ambito del settore terziario.
Una volta che sono state acquisite le competenze necessarie, come ci si può inserire nel mondo del lavoro?
Se si ha la possibilità di investire un capitale,si può diventare imprenditori di se stessi e aprire ad esempio un'agenzia turistica. In caso contrario bisognerà iniziare a cercare in internet le varie possibilità di occupazione.Chi sceglierà questa seconda strada dovrà fare i conti con contratti a tempo determinato e contratti stagionali di prestazione d'opera. Questo vuol dire che si dovranno fare contemporaneamente più lavori con le conseguenze che si possono immaginare.
Cercare nuovi contratti diventerà una neccessità che dovrà essere accompagnata da grandi doti di flessibilità,compentenza e .... pazienza.
Avere un capitale da investire ci può consentire di aprire un'attività privata. In caso contrario quanto potrà essere rilassante una vita passata a rincorrere continuamente il lavoro?
(Biancaneve & Chica)

martedì 23 novembre 2010

GENITORI A SCUOLA n. 9

Orientamento in terza media
Tema del nono incontro: Il lavoro del futuro tra marketing e web marketing

In futuro sarà sempre più difficile accedere ad un impiego che possa durare per tutta la vita. Oggi i rapporti di lavoro sono sempre più basati su contratti a tempo determinato che spesso non vengono rinnovati alla loro scadenza. Così molti giovani si trovano costretti a cercare nuovi sbocchi occupazionali in ambiti lavorativi che non hanno nessuna relazione con la preparazione acquisita a scuola o all’università.
Il lavoro non ci verrà a trovare a casa, questo è certo. Per affrontare un futuro così incerto è necessario possedere grandi doti: flessibilità come capacità di adattamento, spirito di sacrificio e volontà di sperimentare nuove strade.
Se inventi il tuo lavoro, vuol dire che hai capito che puoi essere imprenditore di te stesso e che hai deciso di estendere le tue doti per migliorare costantemente.
Chi decide di mettersi in proprio dovrà tenere conto sia della concorrenza sia della necessità di far conoscere il proprio prodotto in rete. Per reggere la concorrenza ed acquisire un sempre più vasto portafoglio - clienti, si dovrà puntare all’offerta di prodotti sempre più nuovi e di altissima qualità. Questo vuol dire che bisognerà diventare esperti di marketing per potersi adattare alle esigenze dei potenziali clienti, per anticipare le tendenze e per individuare le soluzioni migliori per la commercializzazione del prodotto.
C’è una scuola che insegna a fare tutto questo? Esistono dei corsi di formazione al marketing e al web marketing gestiti dalle Regioni e corsi di laurea triennali in marketing e comunicazione. Ma conseguire una laurea triennale in marketing serve davvero a trovare lavoro o finisce per allargare le fila degli “esperti di troppo”?
Non sarebbe più giusto educare da subito i giovani allo spirito di iniziativa, alla cooperazione, all’imprenditorialità affinché possano collocarsi più agevolmente nel mondo del lavoro?

(Pescepalla e Biancaneve)

venerdì 19 novembre 2010

GENITORI A SCUOLA n. 8

Orientamento in terza media
Tema dell'ottavo incontro: il lavoro che rende eroi

Il lavoro è come una bella fiaba in cui il protagonista deve superare delle prove per raggiungere il suo scopo. Solo allora diventerà un eroe riconosciuto da tutti. Lo spirito di sacrificio, l'umiltà, il coraggio, l'intelligenza, la pazienza, la perseverenza nel cercare gli aspetti positivi, sono doti che aiutano l'eroe a diventare tale. E l'eroe diventerà immortale quando, una volta superate delle prove e aver raggiunto il suo scopo, non si fermerà a godere i frutti del suo impegno ma continuerà a difendere e a proteggere. Ma quale lavoro rende eroi, agli occhi della società, chi lo pratica?
Tutti i lavori sono diversi ma diventano uguali quando vengono considerati come una cosa scontata. Tutti lavorano:regola di vita.
In questa massificazione si perdono di vista, a vantaggio della routine quotidiana, le doti che ci fanno eroi.
Chi sfugge a questa massificazione e perchè?
Attraverso il cinema e la televisione alcune professioni vengono messe in risalto a svantaggio di altre. Commissari,detective,nuclei speciali sono impegnati nella lotta al crimine.
Peccato che a parlarne siano solo il cinema e la televisione.

(pesce palla e il difensore)

giovedì 18 novembre 2010

IL LAVORO, TEMA SCONTATO, FORSE...

L’autobiografia di chi il lavoro ce l’ha già, storia che difficilmente troverà spazio nei libri scolastici. Costruzione del sapere di vita, esperienza che parte dalla base, dalle testimonianze attivatrici del puzzle che si anima e si dirama nei mille rivoli dell’oralità condivisa.
Sapere di vita che non si accontenta di sapere, sapere di vita che non riflette se stesso allo specchio, sapere di vita che giunge sempre diverso perché diverse sono le menti che lo accolgono e lo plasmano all’infinito…

Il lavoro, tema fuori moda, forse… Il lavoro, tema scontato, forse...

Parola di una qualche vaghezza, parola indeclinabile nel tempo dell’eterno presente, parola sfrangiata e relegata nel limbo del poco interessante, parola – problema….

La forza dell’autobiografia di chi il lavoro ce l’ha già contro lo "spaesamento", contro la realtà “a somma zero”, contro “l’avere sotto gli occhi e non vedere”.

GENITORI A SCUOLA n. 7

Orientamento in terza media
Tema del settimo incontro: l'istruzione passa da verticale a orizzontale

Nella vecchia scuola l'istruzione liceale prevaleva su quella prefessionale e tecnica. I licei preparavano la futura classe dirigente e i professionisti, gli istituti tecnici e professionali consentivano invece l'accesso immediato al mondo del lavoro. Il liceo era una tappa obbligata per coloro che volevano frequentare l'università.
Ora le cose non stanno proprio così perché tutti i rami dell'istruzione secondaria di secondo grado hanno la stessa importanza. Frequentare un istituto tecnico o professionale dovrebbe consentire di conseguire una preparazione adeguata, non inferiore per qualità a quella offerta dal liceo.
A questi tre rami se ne potrebbe aggiungere un quarto: l'istruzione creativa o istruzione ai new media. Il mondo viaggia sempre più verso l'immagine, verso lo spettacolo, verso i social network. Ci sono scuole che preparano davvero a questa nuova visione o ci dobbiamo accontentare di scuole già esistenti che si adeguano al cambiamento?
(il centrocampista e l'attaccante)

martedì 16 novembre 2010

GENITORI A SCUOLA n.6

Orientamento in terza media
Tema del sesto incontro: crisi occupazionale e invenzione di nuovi lavori

Il termometro del lavoro: 3 assunti su 10 licenziati.
La crisi mondiale è ancora in atto e a pagarne le conseguenze è l’anello più debole della catena: i lavoratori. Per far fronte alla mancanza di commesse, le imprese ricorrono sempre più spesso al taglio del costo del lavoro. Si pensi, infatti, che il 40% della retribuzione lorda in busta paga è soggetto a prelievo fiscale.
Quali prospettive per i giovani?
Trovare sbocchi nelle vecchie occupazioni è quasi impossibile perché il mercato è ormai saturo. E’ quindi necessario indirizzarsi verso più nuovi ed irrinunciabili ambiti che potrebbero garantire il successo occupazionale. Due esempi per tutti: le nanotecnologie e le energie rinnovabili sono settori in cui la ricerca avanza a grandi passi.
L’inventarsi nuovi lavorì è una tendenza che sta diventando regola. Stato e Regioni erogano fondi a sostegno dei giovani imprenditori solo se questi ultimi dimostrano di voler realizzare progetti basati su idee innovative.
(Tenera e Napoli)

lunedì 15 novembre 2010

GENITORI A SCUOLA n. 5

Orientamento in terza media
Tema del quinto incontro: diventare imprenditori di se stessi e della propria conoscenza

Chi sceglie di lavorare nel settore privato deve rispettare regole scritte e non scritte che spesso gli vengono imposte dal datore di lavoro. Chi si sottrae a questo stato di cose rischia il licenziamento.
Cercare lavoro nel settore privato comporta dei vantaggi come l’accesso diretto ed immediato alle attività produttive. Nessun concorso, nessuna selezione, solo le conoscenze giuste.
Il lavoro nel settore privato è però noioso e ripetitivo e non consente nessun tipo di carriera.
Noi ragazzi dovremmo cominciare a pensare ad inserirci nel settore privato non come operai o impiegati ma come veri e propri imprenditori. Ma per fare questo, bisogna innanzitutto essere imprenditori di se stessi e della propria conoscenza.
(Il difensore e Sirenetta 1)

domenica 14 novembre 2010

GENITORI A SCUOLA n. 4

Orientamento in terza media
Tema del quarto incontro: competenze formative e competenze produttive

Un nodo centrale nel futuro della formazione è la certificazione di competenze credibili. Esistono tuttavia ancora forti difficoltà nell’individuazione di linee guida, di comuni standard di qualità delle metodologie di insegnamento/apprendimento, di sistemi di valutazione di competenze formali e non formali.
Un altro punto critico è la distanza che intercorre fra il mondo della formazione e quello del lavoro poiché non sempre le competenze acquisite nei sistemi scolastici sono spendibili nei settori produttivi.
In un’economia fortemente basata sulla specializzazione del lavoro sono necessari livelli più alti di competenza per una forza-lavoro altamente qualificata.
A tale proposito è legittimo porsi una domanda: la preparazione di una forza – lavoro di alta qualità comporterà automaticamente l’esclusione dei meno qualificati a causa dei più qualificati? I dati indicano, almeno per il momento, che i lavoratori meno qualificati traggono vantaggio se un maggior numero di persone acquisisce un alto livello di istruzione.
In attesa che ulteriori indagini confermino o smentiscano tale tendenza, il mio alunno Shido riflette sul meccanismo di selezione concorsuale:
1. Trovare lavoro è molto difficile
2. Spesso si è costretti a fare concorsi
3. La selezione è molto severa
4. La competizione è fortissima
5. Bisogna possedere moltissime competenze
6. Non sempre la preparazione scolastica è sufficiente
7. E’ necessario, per acquisire nuove competenze, interrogarsi su quello che si fa, ricercare sempre nuovi significati, riflettere sugli errori commessi

venerdì 12 novembre 2010

GENITORI A SCUOLA n.3

Orientamento in terza media
Tema del terzo incontro: l'importanza del mentore

All'improvviso, proprio quando meno te l'aspetti, arriva lui, un adulto che accende in te la passione che nemmeno sapevi di avere.
Questo "magister" ti inviterà all'impegno e alla continua riflessione, ti spingerà a credere nelle tue capacità, ti insegnerà a non mollare mai, a credere con tutto te stesso nelle cose che stai facendo e che farai. Con fermezza ti guiderà a superare la superficialità e ti metterà in guardia sul "sapere" fine a se stesso. Con l'esempio del suo "sapere e saper fare", ti inviterà a riflettere sull'importanza dei rapporti umani, sull'empatia che supera la burocrazia.
E,soprattutto, ti ricorderà che la tua riuscita dipenderà dalla passione e dal tempo che investirai per realizzare il tuo sogno.

(pescecane e dj metal)

giovedì 11 novembre 2010

GENITORI A SCUOLA n. 2

Orientamento in terza media.
Tema del secondo incontro: etica ed estetica del lavoro

Oggi i ragazzi hanno un idea del lavoro completamente diversa da quella che possiedono i genitori. Prendiamo in considerazione il "Grande fratello", chi non vorrebbe parteciparvi? Divertimento assicurato, visibilità televisiva e guadagno certo con o senza vittoria. Niente orari di ufficio, gratificazione immediata, reddito alto...chi non vorrebbe questo per sé? La pubblicità ci fa credere che abbiamo bisogno di molte cose. Un lavoro a mezza strada fra impegno e ricreazione, magari anche ben retribuito, consente di soddisfare i bisogni imposti ai consumatori.

Ma esiste davvero questo magico lavoro? No, perchè solo poche persone arrivano a realizzare il sogno di lavorare poco e guadagnare molto! Se ci guardiamo intorno, ci accorgiamo invece che il lavoro, quello lontano dai riflettori, quello comune, quello che viene svolto dalla maggioranza delle persone, consiste in uno sforzo continuo per raggiungere la vetta più alta. E più scali e più ti accorgi che ci sono vette ancora più alte da raggiungere...
Nel lavoro "reale", quello lontano dai riflettori, c'è bisogno di impegno, di disponibilità ad aggiornarsi in continuazione, di spirito competitivo, di volontà e passione per ciò che si fa.
(Tenera e Bree Tanner)

martedì 9 novembre 2010

GENITORI A SCUOLA

Orientamento in terza media.
I genitori in classe a parlare del lavoro, della dimensione etica ed estetica delle occupazioni, delle difficoltà, delle gratificazioni.
I ragazzi a confrontarsi su occupazioni divertenti e su occupazioni noiose, su come riuscire a diventare velina o calciatore, su come impegnarsi al minimo per ottenere il massimo.
Genitori e ragazzi a interrogarsi sulla necessità del lavoro, sul “lavoro fisso”, sul “lavoro precario”, sulla necessità di acquisire competenze sempre nuove, sugli effetti della globalizzazione sul mercato del lavoro…

Tema del primo incontro: l’attività di ricerca in campo scientifico

Di seguito, una delle tante e bellissime riflessioni seguite all’incontro.

La ricerca ci spinge ad andare sempre oltre…perché le domande a cui non sappiamo rispondere sono innumerevoli. E quando ci accorgiamo che ciò che sappiamo non è quanto potremmo sapere, in noi nascono curiosità ed interesse…perché il sapere affascina sempre…
La ricerca vivifica il pensiero e lo rende capace di grandi scoperte.
Ricercare è appagante, ricercare è avere mille orizzonti che si aprono, ricercare è guardarsi intorno e circondare con lo sguardo il mondo intero.
(Clarissa Frey)

giovedì 4 novembre 2010

Tempo di opinioni, di libertà e di snobismo equino

Come persone appartenenti ad un’unica razza, quella umana, abbiamo elaborato una serie di definizioni dell’idea di libertà e del diritto di opinione.
Cos’è l’opinione? Sempre più spesso l’opinione viene identificata con il “sentire”, e sempre più spesso questo sentire viene definito qualcosa che può nascere dalla pancia, dallo stomaco o, più in generale, dalle emozioni.
“Mi piace perché mi emoziona” è un assunto che i nostri media (stra-old, old, new o stra-new) si sono affrettati diligentemente ad omologare.
Ma un’umanità o un popolo che sente non è necessariamente un popolo che pensa.
L’opinione è, o dovrebbe essere (lasciamo perdere le definizioni da dizionario per favore)  pensiero critico: ossia pensiero frutto di un intelletto che studia, analizza, confronta ed elabora, finalmente, una propria opinione.
Spesso assistiamo invece al verificare della credibilità di un’opinione in base alla crescita di consenso in suo favore.
La maggioranza sente-crede in un certo modo, dunque quel sentire-credere è accreditabile e condivisibile.
Io penso, invece, che questa sia una china pericolosa.
Penso che sia una forma di deriva apparentemente democratica, non necessariamente di democrazia.
Il furor di popolo non è giustizia né democrazia. 
La democrazia è crescita e non sentire di pancia-stomaco, la democrazia non è omologazione.
Conciliare tutto questo con diritto di ciascuno di esprimere libere opinioni è possibile: ma passa attraverso una faticosa e libera costruzione di una personale cultura critica alla quale la scuola dovrebbe educare, e non di rado lo fa.
Attenzione: criticare la scuola per fare di tutti gli insegnanti un fascio di retrivi fannulloni retrogradi impigriti dalla routine è soltanto snobismo equino.
Chiudo con questa definizione nata da una vivace-divertente e appassionante chiacchierata con una amica. Lo SNOBISMO EQUINO è, secondo noi, l’apparenza sussiegosa di chi frequenta bene (o benino) ma è equus e non eques ossia è cavalcato ma non cavalca né saprebbe farlo.
Lo snobismo equino si ammanta di evoluzioni, impennate, a volte si piega a percorsi di addestramento, a buffe circonlocuzioni da circo, ma non corre da solo: si slancia verso cariche, spesso discutibili a volte disastrose, perché sospinto da frustini e pungoli che possono essere di vario genere. 
Tra questi il genere Ambizione, Vanità, Esibizionismo, Narcisismo. 
Non a caso ci si interroga, in sedi delegate, sulla reale portata dell’intelligenza equina.
Cui prodest, dunque,  esercitare lo snobismo equino? A volte a nessuno e a nulla, perché è sterile; altre volte giova a chi usa galoppini galoppanti per i propri scopi.

Facciamo, invece, rinascere, ogni volta che sia possibile, un tempo di opinioni e di libertà vere, faticosamente raggiunte senza frustare né essere frustati da nulla e nessuno.